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Biologia ed allevamento in acquario di Xenopus laevis
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Al contrario del congenere Xenopus laevis, che in alcuni ambienti è addirittura considerato infestante, X. longipes è una specie fortemente minacciata. (Lauretta Lussana) |
Un’altra rana della stessa famiglia ma appartenente ad un altro
genere è Silurana tropicalis, spesso confusa con X. laevis
al punto che ancora oggi molti la chiamano Xenopus tropicalis.
Anch’essa africana (della Costa d’Avorio) presenta un dimorfismo
sessuale meno marcato rispetto a X. laevis e dimensioni
inferiori. La femmina misura circa 5 - 6 cm e il maschio
4 cm. La colorazione è maggiormente maculata e
presenta delle escrescenze cutanee non pigmentate. A differenza di X.
laevis quattro e non tre dita delle zampe posteriori presentano
piccoli artigli. Questo è considerato un atavismo ed è una delle
caratteristiche cha hanno fatto proporre la nuova nomenclatura elevando
S. tropicalis allo status di nuovo genere. Un'altra
caratteristica distintiva è che X. laevis è una specie
tetraploide, mentre S. tropicalis è diploide. La loro somiglianza
ha determinato l’utilizzo di entrambe le specie da parte dei ricercatori
per quanto riguarda i test di gravidanza un tempo e ricerche
embriologiche oggi. Inoltre S. tropicalis, producendo un maggior
numero di uova (da 1000 a 3000 contro 200 - 500) ma
embrioni di dimensioni inferiori (0,8 mm contro 1,2 mm); si presta
meglio a certi tipi di analisi.
Approfondimenti
L’utilizzo di queste rane come modello sperimentale si è rivelato
utile nei campi più disparati: biologia molecolare, fisiologia,
embriologia, patologia, ecc. e inoltre il genoma di S. tropicalis
è stato completamente sequenziato.
Un aspetto interessante che è stato indagato dai ricercatori della
Columbia University e pubblicato nel “Journal of Neuroscience”, è la
regolazione di due comportamenti ritmici temporalmente distinti: la
respirazione e la vocalizzazione. Le rane acquatiche di questa specie
usano un complesso repertorio vocale durante il corteggiamento, durante
il quale i maschi competono per la femmina. I richiami vengono prodotti
senza l’utilizzo del respiro e ciò permette a queste rane di vocalizzare
per periodi anche lunghi sott’acqua. Studi condotti su preparazioni di
laringe e cervello isolati di X. laevis indicano che l’organo
vocale, la laringe, è innervato da neuroni dei nuclei motori craniali
(IX - X paio di nervi cranici) che contengono neuroni motori sia
respiratori che vocali (relativi alla laringe).
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L’impulso discendente
che arriva dal cervello a questi nervi cranici proviene da un’area
dorsale del midollo. È emerso dunque che le due attività (respirazione e
vocalizzazione) sono coordinate dalla stessa area cerebrale. Gli stessi
neuroni del midollo inviano impulsi eccitatori alla laringe e
contemporaneamente impulsi inibitori ed eccitatori (misti) ai
motoneuroni respiratori.
Studi simili, sempre della Columbia University, indicano anche
l’esistenza di una differente attività sinaptica tra maschi e femmine a
livello delle giunzioni sinaptiche neuromuscolari della laringe. Le
sinapsi di maschi e femmine non presentano differenze morfologiche a
livello ultrastrutturale, ma sembra che il maschio rilasci dosi
inferiori di neurotrasmettitore rispetto ala femmina, e questo sarebbe
alla base delle differenze nella vocalizzazioni dei due sessi.
Allevamento
Per allevare X. laevis è necessario un acquario delle
dimensioni di circa 70 - 100 cm di lunghezza, 50 - 100 cm di larghezza e
30 - 60 cm di altezza con almeno 15 - 20 cm di acqua, che può anche
essere quella dei rubinetti di casa purché sia aggiunga un
biocondizionatore. La temperatura dovrà essere compresa tra i 18° C
(minimo) e 27° C, valori comunemente riscontrabili nelle nostre case,
facendo attenzione a non posizionare la vasca vicino a fonti di calore
come ad esempio termosifoni. Da evitare sono gli sbalzi termici.
In natura queste rane vivono in acque stagnanti ma in cattività è
bene tenere pulita l’acqua, per cui bisogna utilizzare un filtro rapido,
a patto che questo crei una corrente ridotta. L’organo della linea
laterale degli xenopi è molto sensibile, e un eccessivo movimento
dell’acqua porterebbe quindi un inevitabile stress all’animale. In
alternativa si può utilizzare un filtro a spugna con areatore; in teoria
si potrebbe rinunciare al filtro e cambiare molto spesso l’acqua (3
cambi totali alla settimana), ma tale metodo risulta applicabile
praticamente solo a vasche caratterizzate da un allestimento
particolarmente spartano.
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